5 giu 2017

Crema di Ceci e Asparagi ai Gamberetti con Menta e Succo di Lime


Dardi di un sole cattivo, riottoso, caparbio fin dall’alba, trafiggono le vetrate della zona giorno e si insinuano invadenti su per le scale, fin nei sogni turbolenti del primo mattino. Non dormo bene ultimamente. Grandi pensieri, piccoli dispiaceri, dubbi esistenziali e brevi momenti di scoraggiamento frammentano le mie giornate e rendono discontinue le mie notti.
Ho perso l’appetito, il caldo mi provoca una nausea fastidiosa ed è per questo che trascuro il blog, non ho piatti interessanti da postare, la maggior parte del mio nutrimento è casuale e disordinato, sincopato da inquietudini e smanie improvvise.  
Mi rianimo all’idea di cucinare per qualcuno e mi sobbarco inviti che, al momento di mettermi ai fornelli, rimpiango, certa di non essere più capace. Sembra incredibile ci sia stato un tempo, lontanissimo nella mia percezione, in cui ero in grado di preparare un pasto di 5 portate senza barare con i precotti, curare la mise en place e raccogliermi i capelli, allora lunghi, in un elaborato chignon.
Ormai la mia soluzione preferita è il frullatore a immersione, con il quale allestisco mousse farlocche, zuppe fredde e creme, per mascherare elegantemente l’agitazione di stomaco, con cui autopunisco la mia inadeguatezza a 360°.
E’ un post triste quello di oggi, lo so, triste come certe speranze disattese, certi progetti che abortiscono, certe precarietà che più che ansia ormai provocano solo sfinimento e ripiegamento in se stessi.


Per questo leggo molto, negli ultimi tempi, mentre pesco svogliatamente dal piatto o sorseggio un calice di vino versato da bottiglie che mi durano una settimana di cene in solitario. La qualità diventa un assioma, nessun vino a buon mercato si conserva così a lungo e risotti da sfumare da queste parti non se ne preparano più.
Il caldo mi spinge verso i bianchi, con qualche caduta sui rosati, che sto rivalutando cum grano salis, e i miei preferiti rimangono sempre quelli del nord Italia, carichi di mineralità e profumi legati alle escursioni termiche. Il Garganega, vitigno principale alla base del Soave (Casa Vinicola Sartori per me) non è particolarmente aromatico, ma reca in sé un bouquet arioso di mandorla, fiori bianchi e mela verde croccante, oltre a una buona complessità gustativa derivante dai terreni vulcanici, a prevalenza calcarea, in cui affonda le proprie radici. Versatile negli abbinamenti, grazie all’armonia misurata delle varie componenti, è il complemento tradizionale del territorio per gli asparagi selvatici, più delicati di quelli coltivati, ma, stemperando la durezza di questi ultimi con la tendenza dolce dei ceci e dei gamberetti, si adatta anche a chi non ha accesso ai campi e alle rovete.


Ingredienti:

Procedimento:
Lascia i ceci in ammollo per una notte.
Monda gli asparagi e separa i gambi dalle punte. Taglia i primi a tocchetti.
Affetta sottilmente il cipollotto (sia la parte bianca che quella verde) e fallo appassire nell’olio, in cui avrai fatto sciogliere la pasta d’acciughe.
Unisci i ceci, gli asparagi e copri d’acqua. Cuoci per 45’ (20 se utilizzi la pentola a pressione), aggiusta di sale e lascia raffreddare. Nel frattempo, insaporisci i gamberetti in metà del burro per un paio di minuti, aggiungili alle verdure e frulla a crema, con una parte della menta. Stempera con un po’ di lime e distribuisci in 4 fondine.
Salta le punte degli asparagi nel resto del burro per 5-7 minuti, badando che si mantengano croccanti, e utilizzale per decorare la crema. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Serena,
mi sento proprio così... Non ci conosciamo, ma mi hai descritto... Speranze disattese, progetti che abortiscono nel silenzio del ripiegamento in se stessi...
Grazie, Serena.
Saluti,
Maria

Federica ha detto...

mi spiace sentirti con questo umore malinconico ma lo capisco molto bene perchè spesso, troppo spesso, è anche il mio.
a differenza tua però manco col caldo perdo l'appetito, pure questa speranza è disillusa!
amo tanto gli asparagi e non so mai a cosa abbinarli. mi stuzzica questo fresco duetto con i ceci, ci provo :)
un abbraccio

Simo ha detto...

...ci sono momenti passivi, in cui alcune cose vengono in secondo piano, in cui viene a mancare lo stimolo, la voglia...insomma momenti un po' così. Ma passano prima o poi...non demordere Sere, vedrai che torneranno tempi migliori! Lo so per esperienza, credimi...
E poi non è mica vero del tutto dai, questa vellutata è super!
Bacione

nelcestinodienela ha detto...

Ci chiedono di abituarci ai cambiamenti per sopravvivere ma è solo una scusa perché ci vogliono in forza anche davanti ad una precarietà contingente che ormai tocca tutti i llivelli...come se non fosse già precaria la stessa vita con quello che accade senza preavviso. Sono diventata con gli anni quasi spregiudicata non guardando più la precarietà anche se è sempre vicina di un passo...modo strambo di vivere per i razionali, ma con tanta adrenalina per chi rischia e va avanti senza pensarci troppo....